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PROTESI D’ANCA BILATERALE SIMULTANEA: COME SI FA E PER CHI È INDICATA

PROTESI-ANCA-BILATERALE

Alla Clinica Guarnieri si svolge l’intervento di protesi d’anca bilaterale simultanea. Tecniche innovative mininvasive e consentono di operare in un unico intervento entrambe le anche nei pazienti affetti da coxartrosi.
Il dott. Marco Villa, ortopedico della Clinica Guarnieri e esperto nella chirurgia protesica dell’anca, ci spiega meglio cos’è e come si svolge l’intervento di protesi d’anca bilaterale simultanea.

Che cos’è l’artrosi del’anca?

L’artrosi dell’anca è una patologia degenerativa dell’articolazione dell’anca provocata da una progressiva alterazione della cartilagine articolare e caratterizzata da dolore, anche intenso, che coinvolge l’inguine e a volte anche il gluteo, la coscia e il ginocchio.
L’artrosi dell’anca può essere di due tipologie:

  • Artrosi primitiva: in questo caso, abbiamo a che fare con una condizione patologica favorita da fattori come l’invecchiamento e la familiarità;
  • Artrosi secondaria: ossia favorita da fattori che vanno dalle patologie genetiche e metaboliche, fino ai traumi e agli stati di infiammazione articolare.

Colpisce in genere la popolazione più anziana: “Il target maggiormente interessato – approfondisce il medico – è dalla fascia media di età in avanti”.

Tuttavia, l’artrosi all’anca può presentarsi anche in persone più giovani: “Per particolari condizioni, come esiti di microtraumi per certi sport, esiti di fratture e così via, si può ricorrere alla protesi anche in soggetti più giovani (30-40-50 anni)”, spiega l’esperto.

Da qui la ricerca in campo medico di tecniche chirurgiche sempre più avanzate, mininvasive, volte a preservare il più possibile la componente ossea, muscolare e tendinea, al fine di rendere possibile un rapido recupero del paziente.

Il trattamento della coxartrosi dipende dallo stadio della patologia. Quando è ancora precoce, si può procedere con:

  • Sedute di fisioterapia;
  • Programmi terapeutici finalizzati alla riduzione del peso nei pazienti obesi;
  • Somministrazione di analgesici e antinfiammatori;
  • Somministrazione di agenti condroprotettivi;
  • Infiltrazioni di acido ialuronico e cortisonici;
  • Infiltrazioni di PRP (plasma ricco di piastrine).

Quando lo stadio è più avanzato, bisogna fare riferimento alla terapia chirurgica. In questo caso si può parlare di:

  • Artroscopia di anca, particolarmente utile in caso di conflitto femoro – acetabolare. In questi frangenti, avvalendosi dell’utilizzo della telecamera, è possibile effettuare lavaggi articolari, ma anche asportare frammenti distaccati di cartilagine articolare o aspirare liquido articolare pieno di mediatori infiammatori
  • Impianto di protesi dell’anca.

L’intervento di protesi bilaterale dell’anca

Gli interventi di protesi totale di anca sono destinati ad aumentare con il passare del tempo poichè sono annoverati tra gli interventi di chirurgia ortopedica di maggior soddisfazione per il paziente e per il chirurgo. Fino ad alcuni anni fa, il paziente affetto da artrosi grave, sintomatica, invalidante, ad entrambe le anche, era costretto a sottoporsi ad un intervento per volta; subendo in questo modo un doppio ricovero, due anestesie, due distinti percorsi riabilitativi, rivivendo, a pochi mesi di distanza, un nuovo intervento.

Con l’affinamento delle tecniche chirurgiche e l’utilizzo di protesi a maggior risparmio del tessuto osseo, una doppia sostituzione dell’anca può essere raccomandata ad alcuni pazienti. Nello specifico, con questa procedura viene impiantata dal chirurgo la protesi all’anca destra e sinistra contemporaneamente, con una sola anestesia.

Sebbene meno comune di una singola protesi d’anca (unilaterale), la sostituzione di entrambe le anche in simultanea (bilaterale) può offrire vantaggi significativi ad alcuni pazienti. Nel nostro articolo vedremo in quali situazioni due protesi d’anca possono essere migliori di una e cosa aspettarsi da una procedura bilaterale.

La sostituzione dell’anca comporta la sostituzione della testa del femore e dell’acetabolo, utilizzando parti artificiali. In una procedura simultanea, entrambe le articolazioni dell’anca vengono sostituite contemporaneamente.

Una procedura simultanea non è raccomandata per i pazienti più anziani o per coloro che hanno altri problemi di salute sottostanti. Viene raccomandata per i pazienti che hanno una pronunciata sofferenza ad entrambe le anche contemporaneamente, con esame radiografico che supporta l’esame clinico, di età non superiore ai 65 anni, ed in assenza di comorbidità (altre patologie associate quale diabete, cardiopatia ischemica, Broncopneumopatie, coagulopatie, esiti di Ictus ecc)

Perché ricorrere alla protesi bilaterale?

Numerose condizioni possono danneggiare l’articolazione, portando alla necessità di un intervento chirurgico sostitutivo, tra cui l’artrosi, l’osteonecrosi, la displasia dello sviluppo e l’artrite reumatoide. L’artrosi in particolare colpisce frequentemente entrambe le anche. Studi scientifici hanno dimostrato che il 42% di coloro che soffrono di osteoartrite ce l’hanno in entrambe le anche e di questi, circa il 25% ha bisogno di sostituire entrambe le anche.

Riabilitazione post-intervento

La riabilitazione segue lo stesso programma della monolaterale mininvasiva ma con tempi appena più prolungati nell’uso dei bastoni che, rispetto all’intervento mininvasivo monolaterale, vengono mantenuti 4 o 5 giorni in più.

Bisogna sottolineare però che, di solito, i pazienti che si sottopongono a un intervento di chirurgia simultanea bilaterale d’anca sono persone motivate che vogliono guarire in fretta per tornare il prima possibile alle loro attività quotidiane e professionali. Questa più alta motivazione certamente aiuta a ridurre i tempi di recupero che diventano simili a quelli di un intervento di protesi monolaterale.

Le tecniche di controllo del dolore risultano fondamentali. Il movimento precoce e i farmaci utilizzati per fluidificare il sangue, riducono il rischio di coaguli, che è uno dei rischi più significativi della sostituzione dell’anca.
La terapia fisica è la chiave per ottenere i migliori risultati. Un fisioterapista qualificato insegnerà allungamenti ed esercizi per migliorare la mobilità delle articolazioni. Il tempo di recupero e i risultati dipenderanno da una serie di fattori come l’età e la salute generale.
Se effettuato secondo indicazione corretta, un intervento di doppia protesi simultanea ha dei risultati molto positivi, con un tasso di soddisfazione per il paziente molto alto.
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L’operazione in 3 punti chiave

  1. L’intervento di protesizzazione bilaterale simultanea dell’anca è una possibilità: può essere proposto in caso di bilateralità di patologia, in quei pazienti sani e motivati dopo una corretta informazione;
  2. Le tecniche chirurgiche miniinvasive, mirano al rispetto dei tessuti muscolo-tendinei e permettono nella maggior parte dei casi, un periodo riabilitativo quasi sovrapponibile a quello della classica procedura monolaterale.
  3. Condizione necessaria per proporre la bilateralità, è la forte motivazione del paziente.