Articolo del 04/05/2023

Con il termine epatopatie diffuse si intendono tutte quelle patologie che interessano l’intero fegato di varia eziologia (principalmente metaboliche e infettive), con manifestazioni cliniche, decorso ed evoluzione variabili.

Se la steatosi (accuulo di trigliceridi) è la più comune, a causa del numero di cause che la determinano, non bisogna sottovalutare l’accumulo di ferro, conseguenza spesso sottovalutata delle malattie infiammatorie croniche.

L’ecografia si pone come istanza di prima scelta nei pazienti con sospetto clinico di epatopatia diffusa, che spesso si manifesta con una sintomatologia vaga e per niente correlata al grado di interessamento epatico. I segni ecografici possono confermare la presenza di un’epatopatia diffusa, ma non orientano quasi mai né verso la natura dell’epatopatia né verso la gravità.

Il Prof. Antonio de Fiores, ecografista presso la Clinica Guarnieri illustra l’elastografia shear wave: la metodologia non invasiva per valutare il grado di malattia epatica.

La tecnica viene utilizzata per diagnosticare e monitorare le patologie epatiche come la cirrosi epatica, l’epatite cronica e l’accumulo di grasso nel fegato (steatosi epatica).

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Steatosi epatica: facciamo un pò di chiarezza

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD, dall’inglese “Non-Alcoholic Fatty Liver Disease”) è una patologia in cui il fegato accumula eccessivamente grasso. La NAFLD è una delle malattie epatiche più comuni nel mondo occidentale ed è spesso associata ad una cattiva alimentazione, obesità e insulino-resistenza (una condizione in cui il corpo non risponde adeguatamente all’insulina).

L’elastografia a onde di taglio (Shear-Wave Elastography) è la tecnica di utilizzata per misurare la rigidità del fegato. Questa metodica può essere particolarmente utile nella valutazione della steatosi epatica, poiché la rigidità del fegato può essere un indicatore della gravità della malattia epatica.

Misurando la rigidità del fegato con l’elastografia a onde di taglio, gli specialisti possono valutare il grado di fibrosi presente e monitorare la progressione della malattia. Un fegato più rigido indica una fibrosi più avanzata.

La fibrosi: tecniche diagnostiche per valutarla

In  passato per valutare il grado di fibrosi epatica si utilizzavano metodiche invasive, come la biopsia del fegato.

Tra questi quello più utilizzato è l’elastografia shear wave, una metodica di imaging utilizzata principalmente per valutare la rigidità o l’elasticità dei tessuti corporei. Attualmente, vengono impiegate tecniche non invasive per valutare la flessibilità del fegato.

Questa metodica fornisce una mappa a colori o un’immagine sovrapposta all’immagine ecografica tradizionale, consentendo al medico di valutare visivamente la rigidità dei tessuti. particolarmente utile nella valutazione delle lesioni epatiche, poiché può aiutare a distinguere tra tessuto sano e tessuto cicatriziale (fibrosi) nel fegato. È anche utilizzata per valutare le lesioni tiroidee e può essere applicata in altre situazioni cliniche in cui la valutazione della rigidità dei tessuti è importante per la diagnosi e il monitoraggio di determinate condizioni.

L’elastografia Shear-wave figura tra gli esami che si possono eseguire nel reparto di Diagnostica per Immagini della Clinica Guarnieri. L’elastografo è di ultima generazione e consente un esame rapido e accurato.

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