Articolo del 20/12/2022

La malattia di Parkinson (MP) è una patologia degenerativa del sistema nervoso centrale dovuta ad una carenza nella produzione di un neurotrasmettitore chiamato dopamina. È stata descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817, ed è una malattia che causa tre sintomi principali: bradicinesia (o lentezza nei movimenti), rigidità e tremore. È inoltre una patologia con evoluzione lenta e progressiva.

La diagnosi precoce, insieme a tecnologie di neuroimaging all’avanguardia e un approccio multidisciplinare permette un’assistenza al paziente a 360 gradi, che è fondamentale per intervenire tempestivamente con una terapia mirata.

Ne parliamo con il Dott. Cuomo, specialista in Neurologia e la Prof.ssa Roberta Danieli, specialista in Medicina Nucleare della Clinica Guarnieri.

Malattia di parkinson

La patologia esordisce con un’età media di 55-60 anni, tuttavia in una ridotta percentuale di casi si può manifestarsi sotto ai 40 anni.

I principali sintomi motori della malattia sono il tremore a riposo, la rigidità, la lentezza dei movimenti e successivamente, più avanti con gli anni, anche la perdita di equilibrio.

In realtà vi sono anche altri sintomi, che si presentano in maniera più subdola e possono essere presenti anche anni prima della malattia conclamata. Essi riguardano ad esempio disturbi del sonno, e disturbi dell’olfatto (iposmia).

Dai dati scientifici risulta che il 20% dei pazienti non riceve una diagnosi corretta alla prima manifestazione dei sintomi. Spesso infatti è necessario aspettare anni prima di poter osservare un’evoluzione dei sintomi e quindi effettuare una diagnosi di certezza. Altre manifestazioni della malattia includono problemi di deglutizione, stipsi, disfunzioni urinarie, eccessiva salivazione e alterazioni del sistema nervoso autonomo come episodi ipotensivi.

Una diagnosi precoce supportata da evidenze strumentali aiuta a differenziare tra Parkinson e parkinsonismi ed a impostare il corretto trattamento.

Diagnosi

La diagnosi del morbo di Parkinson non dipende unicamente dall’analisi clinica, ma si appoggia anche sullo studio approfondito della storia medica e genealogica del soggetto, nonché sull’osservazione accurata dei sintomi e dei segni neurologici manifestati.

E’ fondamentale infatti effettuare la Risonanza magnetica ad alto campo e a volte è necessaria anche la scintigrafia del miocardio e la scintigrafia cerebrale recettoriale (DATscan), per escludere rispettivamente i parkinsonismi ed il tremore essenziale. La decisione riguardo gli esami necessari per una diagnosi completa spetterà al neurologo. Per diagnosticare la malattia di Parkinson, non si considera unicamente l’esame clinico; è essenziale anche un’attenta analisi della storia clinica e familiare del paziente, nonché l’osservazione dei sintomi manifestati.

La diagnosi del morbo di Parkisnon

La diagnosi del morbo di Parkinson non dipende unicamente dall’analisi clinica, ma si appoggia anche sulle anamnesi clinica e familiare del soggetto, nonché sull’osservazione dei sintomi e dei segni neurologici.

“Gli esami strumentali, quali la Risonanza magnetica nucleare ad alto campo, la scintigrafia cerebrale recettoriale SPECT (DATscan), la PET cerebrale e la scintigrafia del miocardio servono da supporto, talvolta indispensabile, alla diagnosi clinica.”, spiega la Prof.ssa Danieli.

DATSCAN, ultima frontiera della medicina nucleare

Il reparto di Medicina Nucleare della clinica Guarnieri si è dotato di una soluzione all’avanguardia per la diagnosi precoce del morbo di Parkinson: la scintigrafia cerebrale recettoriale con Datscan.

L’esame consente di studiare specifiche regioni cerebrali denominate “nuclei della base”. Nel caso della malattia di Parkinson infatti, i nuclei della base sono carenti in dopamina e ciò è visibile al Datscan mediante una riduzione del segnale in queste specifiche aree. La riduzione nella quantità di dopamina determina disturbi del movimento, fra cui lentezza nei movimenti, impaccio motorio e tremore.

Il Datscan appare invece nella norma qualora la causa del tremore ad esempio non sia secondario alla malattia di Parkinson come ad esempio nel tremore essenziale.

Le informazioni ottenute dall’esecuzione di questo esame contribuiscono a comprendere meglio la patologia, ed a rendere più accurata la diagnosi che non può essere fornita da altre metodiche disponibili.

La SPECT con tracciante recettoriale Datscan offre notevoli vantaggi, come la semplicità d’uso, l’innocuità del metodo, la ripetibilità e riproducibilità delle immagini ottenute, l’affidabilità dei risultati.

Il nostro approccio in Guarnieri

In Guarnieri l’approccio è multidisciplinare e permette di trattare in modo adeguato tutti i sintomi della malattia di Parkinson.

Il nostro obiettivo è quello di prenderci carico del paziente affetto dal malattia di Parkinson e questo è reso possibile dall’esistenza di una rete che permette di trattare in modo adeguato tutti i problemi connessi alla malattia.

Nello specifico, l’ambulatorio di Neurologia può contare sulla collaborazione della Diagnostica per Immagini, riguardo gli esami strumentali morfologici necessari per la diagnosi e con la Medicina Nucleare, in particolare la scintigrafia cerebrale recettoriale con Datscan in caso di diagnosi dubbie.

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