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TAC E RISONANZA MAGNETICA: QUALI SONO LE DIFFERENZE?

TAC-RISONANZA MAGNETICA QUALI DIFFEENZE

 

 

TAC e risonanza magnetica: sono due esami diagnostici molto diffusi, molto utili per individuare e caratterizzare in maniera accurata e approfondita numerosi stati patologici. Ma in cosa si differenziano e quando si ricorre all’uno o all’altro? Ne ha parlato il Dott. Goffredo Serra, Medico Radiologo della Clinica Guarnieri.

“Disponiamo di strumenti diagnostici diversi perché nessuno di questi può essere considerato il migliore in assoluto: ogni esame infatti ha la capacità di vedere il nostro corpo e le sue alterazioni patologiche in maniera specifica, con la possibilità di integrare informazioni differenti.”

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TAC e Risonanza Magnetica: cosa sono?

TAC e risonanza magnetica sono tra i più importanti strumenti di diagnostica per immagini a tecnologia complessa disponibili nella pratica clinica e si differenziano principalmente per le energie di base utilizzate.

“La TAC, o più correttamente TC, è una tecnica diagnostica che permette di ottenere in tempi rapidi immagini dettagliate, supportate anche da ricostruzioni multiplanari e 3D,  di ampi volumi corporei o distretti specifici attraverso l’utilizzo di radiazioni ionizzanti (o raggi X) emesse da una sorgente radiogena. Mentre il Paziente avanza in orizzontale sul lettino, il tubo radiogeno, l’elemento che emette i raggi X, ruota intorno ad esso con un movimento a spirale. I raggi X attraversano dunque il distretto anatomico in studio subendo una “attenuazione” diversa in base ai diversi caratteri di densità dei tessuti, che viene rilevata dai detettori.

La risonanza magnetica, invece, è una tecnica diagnostica  molto complessa che si avvale dell’influenza di campi magnetici  statici sull’orientamento dei protoni all’interno dei tessuti,  allineandoli secondo la direzione del campo magnetico stesso. Attraverso l’utilizzo di impulsi di radiofrequenza questa condizione viene “eccitata”, provocando un movimento dei protoni che porta alla produzione di energia che viene raccolta da speciali antenne, le bobine, attraverso cui viene prodotta l’immagine.

Entrambe le tecniche permettono di ottenere immagini estremamente dettagliate dell’anatomia umana, ma differiscono principalmente per la maggiore capacità di contrasto tra i tessuti molli che connota la RM, tempi di acquisizione (più rapidi per la TC) e la possibilità di integrare informazioni morfologiche con studi funzionali per la RM”, prosegue l’esperto.

Le differenze di applicazione

“La TC è particolarmente indicata in ambito oncologico, vascolare e internistico, nella valutazione pre-chirurgica e post-chirurgica, nelle urgenze, permettendo al radiologo di evidenziare eventuali alterazioni patologiche presenti in diversi livelli di profondità e distretti.

La risonanza magnetica, invece, è particolarmente indicata nello studio del cervello e del midollo spinale, delle articolazioni (ove per la sua grande capacità di contrasto, permette la valutazione di legamenti e tendini), della prostata e dell’apparato genitale femminile. In addome entrambe le tecniche forniscono prestazioni eccellenti, ma con applicazioni differenti. L’indicazione all’esecuzione di una di queste indagini deve essere infatti attentamente valutata caso per caso, per consentire di scegliere il tipo d’esame più adeguato e configurarne il protocollo di acquisizione”, spiega Serra.

TAC e Risonanza magnetica: quali sono i rischi?

“La TC – continua il medico- eroga raggi X, cioè radiazioni ionizzanti, che comportano un modesto rischio di danno biologico, anche se le apparecchiature più moderne erogano dosi sempre più ridotte. Le energie utilizzate nella risonanza magnetica, invece, in assenza di controindicazioni, non comportano rischi. Eventuali controindicazioni devono però essere sempre valutate prima di eseguire l’esame, e sono rappresentate ad esempio dalla presenza di Pace-Maker o altri dispositivi elettronici o metallici nel corpo”, conclude l’esperto.