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OSTEOPATIA CONTRO IL MAL DI SCHIENA: NE PARLIAMO CON LA DOTT.SSA MOROLLI

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Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute 8 persone su 10, almeno una volta nella vita, soffrono di lombalgia acuta, un dolore a carico dell’area lombare della schiena, insorto in modo brusco ed improvviso e la cui durata non supera le sei settimane. Alla lombalgia, si aggiungono  anche la dorsalgia e la cervicalgia come sofferenze acute a carico del dorso e della cervicale.

L’adozione di posture scorrette, lo stress, lo stile di vita sedentario , le problematiche a livello viscerale o emozionale o ciò che mangiamo sono tra le cause principali della lombalgia.

Come spiega la dottoressa Morolli, osteopata presso la Clinica Guarnieri:  “ un esempio è la scorretta postura di quando ci sediamo, facendo scivolare, inavvertitamente, la schiena sulla sedia ,inclinando di conseguenza il corpo in avanti senza farlo aderire allo schienale, in questo caso il tratto lombare perde la naturale curva fisiologica lordotica come di conseguenza anche la curva lordotica del tratto cervicale. I rischi sono simili, soprattutto per il tratto cervicale, quando utilizziamo il cellulare: le 2-4 ore giornaliere trascorse da molti a fissare lo schermo del telefonino costringono le prime vertebre a sostenere una tensione troppo intensa e duratura tale da causare rettilinizzazioni o addirittura inversioni di curve”.

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Osteopatia contro il mal di schiena

Un aiuto può arrivare anche dalle terapie manuali: “L’osteopatia, per esempio, è un trattamento manuale che agisce sulle strutture muscolari e ossee aumentandone la mobilità reciproca, rilassando i muscoli e migliorando l’apporto di sangue nei tessuti, inoltre lavora sul corpo migliorando sia il sistema nervoso che circolatorio che linfatico. Il numero di sedute necessarie può essere variabile; una seduta dura in genere 40-50 minuti, con frequenza settimanale, quindicinale o mensile, a seconda dell’entità del problema e dal trattamento scelto dall’osteopata, che può essere una tecnica strutturale,viscerale o cranio-sacrale. Fondamentale nel mantenimento sia durante che dopo, sono gli esercizi di propriocezione e tonificazione muscolare detti di core stability, che migliorano la stabilità dei muscoli profondi, responsabili della postura, che si trovano tra le costole e il bacino, attorno alla colonna vertebrale (addominali, muscoli pelvici e della schiena)”, spiega la Dott.ssa.

Quali sono i principi su cui si basano le tecniche osteopatiche?

“L’osteopatia fa parte della medicina manuale, analizza il corpo nel suo insieme cercando di includere tutti gli aspetti della vita del paziente: psicologici, ambientali, strutturali, etc. L’osteopatia tratta il paziente stimolando e attivando il corpo , dandogli degli imput per favorire la guarigione, quindi utilizzando i tre  principi fondamentali : l unita  del corpo, la relazione fra struttura e funzione  e l autoguarigione . Il mezzo per arrivare ad uno stato di benessere è l’utilizzo delle mani e la loro palpazione per individuare e curare le disfunzioni presenti a livello del sistema muscoloscheletrico e fasciale, oltre agli strumenti classici come l’anamnesi e gli esami diagnostici. L’osteopatia nella fattispecie utilizza tecniche di palpazione molto dolci, che agiscono a vari livelli a seconda dell’obiettivo che l’osteopata si prefigura. Ci sono tecniche articolari, che agiscono sulle articolazioni per ridurre le restrizioni articolari e i disallineamenti, tecniche dirette sui tessuti molli, sui muscoli e sulla fascia muscolare, e tecniche rivolte ai visceri. L’obiettivo sarà incrementare lo stato di salute del paziente, agendo su eventuali problematiche che provocano stati dolorosi acuti e cronici”.

Che tipo di lavoro fa l’osteopata sul paziente?

L’osteopata utilizza un approccio globale sul paziente perché molto spesso, anche se il paziente lamenta un dolore nella zona lombare, l’origine del problema potrebbe non essere li, bensì altrove. Quindi l’osteopata potrebbe anche non agire direttamente sulla parte in disfunzione, ma andare alla ricerca della causa primaria, cioè quello che ha portato alla disfunzione.

Per questo motivo la prima visita si divide principalmente in 3 parti:

Anamnesi: l’osteopata analizza la storia clinica recente e passata del paziente raccogliendo più informazioni possibili necessarie per studiare il caso e definire una corretta diagnosi dopo un accurata indagine visiva e palpatoria.

Nel caso il paziente avesse una problematica non risolvibile osteopaticamente il professionista è in grado di consigliare il miglior percorso terapeutico per il paziente.

La seconda parte della visita consiste in un esame obiettivo del corpo del paziente dove l’osteopata, attraverso una serie di test e movimenti valuta e individua la primarietà, cioè la zona causa del dolore.

La terza parte è il vero e proprio trattamento in cui l’osteopata, con l’utilizzo di diverse tecniche, andrà a ripristinare la corretta mobilità della zona in disfunzione in modo da consentire nuovamente al corpo di muoversi liberamente.

In che modo l’osteopata agisce sulla lombalgia?

“Esegue una prima valutazione per escludere che siano in atto patologie che richiedono un diverso trattamento, viene poi eseguita un’analisi posturale, di equilibrio, e una valutazione palpatoria dei tessuti. Ed è proprio quest’ultima che ci permette di capire quali sono i tessuti disfunzionanti e di valutare se oltre alla zona lombare sono presenti altri distretti coinvolti. L’obiettivo finale è quello di ricercare il benessere e diminuire l’uso dei farmaci antiinfiammatori assunti in maniera cronica”.

Con l’aiuto dell’osteopata si può prevenire il mal di schiena?

“Sì, ma non tutti i pazienti sono uguali. Il periodo migliore è quando ovviamente non c’è il dolore acuto, momento in cui il paziente può assumere delle posizioni non corrette”.

Quante sedute di osteopatia servono?

Il numero di sedute è molto vario ed è diverso da paziente a paziente. In alcuni casi dipende da quanto tempo il paziente soffre di questa problematica perchè più è lungo il periodo di sofferenza e più il corpo adotta dei meccanismi di difesa che sarà più difficile ripristinare.

In altri casi, dal tipo di lavoro o dallo stile di vita del paziente. Anche qui il professionista sarà in grado di affiancare al trattamento degli esercizi da fare a casa e dei consigli per migliorare lo stile di vita e ridurre, se non eliminare completamente, l’origine del dolore.

Solitamente già dopo 2-3 trattamenti si riduce la sintomatologia dolorosa del paziente del 60-70%.

Quando il paziente inizierà a sentirsi meglio?

Il paziente si sentirà meglio già al termine della prima seduta nella maggior parte delle problematiche. Per le sintomatologie di lungo corso solitamente servono almeno 5/6 sedute.