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Articolo del 11/03/2024

L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una condizione molto frequente tra gli uomini di età superiore ai 50 anni, che consiste nell’ingrossamento della ghiandola prostatica, senza che ci sia una formazione tumorale. La prostata è un organo che fa parte dell’apparato genitale maschile e che produce una parte del liquido seminale. Essa è situata sotto la vescica e circonda l’uretra, il canale che porta l’urina e lo sperma all’esterno. Quando la prostata si ingrandisce, può comprimere l’uretra e ostacolare il passaggio dell’urina, causando vari disturbi e complicazioni.

Approfondiamo l’argomento con il Dott. Mariani, specialista in Urologia della Clinica Guarnieri.

Quali sono i sintomi dell’IPB?

I sintomi dell’IPB dipendono da quanto la prostata ostruisce l’uretra e da come reagisce la vescica. Possono cambiare da persona a persona e nel tempo. I sintomi più frequenti sono:

  • Necessità di urinare spesso, anche di notte
  • Urgenza di urinare, senza poterla trattenere
  • Dolore o bruciore quando si urina
  • Flusso urinario debole, interrotto o a gocce
  • Sensazione di non aver svuotato completamente la vescica
  • Impossibilità di urinare, che richiede l’uso di un catetere
  • Presenza di sangue nelle urine
  • Infezioni delle vie urinarie, che causano febbre, brividi, dolore
  • Calcoli vescicali, che causano dolore, sangue nelle urine, blocco del flusso
  • Insufficienza renale, che causa gonfiore, nausea, stanchezza, alterazioni dei valori del sangue

Come si diagnostica l’IPB?

La diagnosi di IPB si basa sulla valutazione dei sintomi, sull’esame obiettivo e su alcuni esami strumentali e di laboratorio. Tra gli esami obiettivi, il più importante è l’esplorazione rettale digitale (DRE), che consiste nell’introdurre un dito guantato e lubrificato nel retto per palpare la prostata e valutarne le dimensioni, la consistenza e la presenza di noduli. Tra gli esami strumentali, i più utilizzati sono:

  • Ecografia transrettale: esame che utilizza gli ultrasuoni per visualizzare la prostata e misurarne il volume
  • Flussometria: esame che misura la velocità e la quantità del flusso urinario
  • Uroflussometria: esame che misura la pressione nella vescica e nell’uretra durante la minzione
  • Cistoscopia: esame che consiste nell’inserire una sonda flessibile dotata di una telecamera nell’uretra per osservare le condizioni della vescica e della prostata

Tra gli esami di laboratorio, il più importante è il dosaggio del PSA (Prostate Specific Antigen), un marcatore che indica la presenza di una possibile patologia prostatica. Il PSA è una proteina prodotta dalla prostata, che normalmente si trova in piccole quantità nel sangue. Quando la prostata è ingrossata, infiammata o affetta da un tumore, il livello di PSA aumenta. per analizzarli al microscopio.

Terapia farmacologica: il primo approccio

La terapia farmacologica è spesso il primo approccio per i pazienti con IPB lieve o moderata, che non presentano complicanze o controindicazioni. Essa si basa sull’uso di farmaci che agiscono in due modi: riducendo il tono muscolare della prostata e dell’uretra oppure riducendo la produzione di ormoni che stimolano la crescita prostatica La terapia farmacologica può migliorare i sintomi e la qualità di vita, ma non riduce il volume prostatico e non previene le complicanze a lungo termine.

La terapia chirurgica per l’IPB: quali sono le opzioni e i vantaggi?

La terapia chirurgica è un’alternativa per i pazienti con IPB severa, che non rispondono alla terapia medica o che soffrono di complicanze. Il suo obiettivo è ridurre il volume della prostata ingrossata, che ostacola il flusso di urina nell’uretra, e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Ci sono diverse tecniche chirurgiche, che si differenziano per il tipo di accesso, lo strumento usato e il livello di invasività. Vediamole nel dettaglio:

TURP: la tecnica più classica

La TURP è la tecnica più classica e consiste nel tagliare il tessuto prostatico con una corrente elettrica, inserendo un endoscopio attraverso l’uretra. Richiede anestesia generale o spinale e un ricovero di 2-3 giorni. È molto efficace e ha una bassa incidenza di recidive, ma può causare complicanze come il sanguinamento, l’infezione, la sindrome da resezione transuretrale, l’incontinenza, la stenosi uretrale, l’eiaculazione retrograda, ecc.

L’adenomectomia prostatica: solo in casi di prostata molto grande

Un tipo di intervento chirurgico per l’IPB, che consiste nell’asportare la parte interna della prostata attraverso un’incisione nella vescica. Richiede anestesia generale o spinale e un ricovero di 3-5 giorni. È una tecnica tradizionale, che viene usata solo in casi di prostata molto grande o di complicanze associate. Ha un’efficacia simile alla TURP, ma con maggiori rischi di sanguinamento, infezione, incontinenza, stenosi uretrale, eiaculazione retrograda, ecc

HoLEP: la tecnica che usa il laser

L’HoLEP è una tecnica che usa un laser ad alta energia per vaporizzare il tessuto prostatico e rimuoverlo con un morcellatore. Richiede anestesia generale o spinale e un ricovero di 1-2 giorni. Ha un’efficacia simile alla TURP, ma con minori complicanze emorragiche e una maggiore preservazione della funzione sessuale. Può causare infezioni, stenosi uretrale, eiaculazione retrograda, ecc. Questa tecnica viene di solito utilizzata per prostate molto voluminose che avrebbero necessitato in passato dell’intervento di adenomectomia prostatica trans-vescicale.

Rezum: la tecnica che usa il vapore acqueo

La Rezum è una tecnica che usa le radiofrequenze per produrre energia termica sotto forma di vapore acqueo, che viene iniettato nel tessuto prostatico. Richiede anestesia locale e un ricovero di poche ore. Ha un’efficacia inferiore alla TURP, ma con minori complicanze e una maggiore preservazione della funzione sessuale. Può causare infezioni, stenosi uretrale, eiaculazione retrograda, ecc.

GreenLight: la tecnica che usa la luce verde

La GreenLight una tecnica che usa un laser a luce verde per vaporizzare il tessuto prostatico senza asportarlo. Richiede anestesia locale o spinale e un ricovero di 1 giorno. Ha un’efficacia simile alla TURP, ma con minori complicanze emorragiche, data la sua affinità per l’emoglobina rispetto agli altri laser in commercio,  e una minore durata della cateterizzazione. Inoltre rispetto alle altre tecnico presenta un più basso rischio di stenosi urterale /collo vescicale. Può causare infezioni, eiaculazione retrograda, ecc.

La scelta della terapia chirurgica più adatta dipende da diversi fattori, come il volume della prostata, le condizioni generali del paziente, le preferenze personali, la disponibilità delle strutture sanitarie, ecc. In generale, la terapia chirurgica ha il vantaggio di risolvere definitivamente il problema dell’IPB, ma comporta dei rischi e delle conseguenze che vanno valutate attentamente con il medico.

Innovazione tecnologica alla Clinica Guarnieri con la tecnica Green laser

La tecnica Green Laser è una soluzione innovativa per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, che supera i limiti delle tecniche tradizionali, come l’adenomectomia prostatica o TURP, che possono causare complicazioni come sanguinamento che potrebbe necessitare anche di emotrasfuzioni.

Con il Green Laser, il paziente ha la possibilità di sottoporsi a una procedura più semplice, più sicura, più efficace,stabile nel tempo, con un miglioramento dei sintomi e della qualità di vita riducendo notevolmente il rischio di perdite ematiche.

La clinica Guarnieri dispone di tutte le diverse modalità di intervento fin qui descritte compreso  il Green Laser che vengomo proposte in base alle caratteristiche della prostata e alle esigenze del paziente .Il GreenLaser può essere utilizzato con diverse tecniche quali: la vaporizzazione semplice, la vaporizzazione anatomica e l’enucleazione (quest’ ultima possibile sia con il Green Laser che con il laser ad Olmio).

L’enucleazione (GreenLep con Grenn Laser o Holep con Laser ad Olmio) consiste nel rimuovere totalmente l’adenoma prostatico, separandolo dalla capsula, e trasferirlo alla vescica, dove viene frammentato e aspirato (morcellazion). Questa tecnica viene utilizzata per prostata di grandi dimensioni.

Nella maggior parte dei casi la vaporizzazione anatomica è la tecnica con Green laser che permette di enucleare l’adenoma prostatico e di vaporizzarlo contestualmente. Questa metodica permette di ridurre i tempi di intervento (perché non prevede la morcellazione), ridurre notevolmente i rischi di sanguinamento (soprattutto per i pazienti in terapia con anticoagulanti/antiaggreganti), ridurre il rischio di stenosi uretrale/del collo vescicale (< 0,5%), ridurre i giorni di degenza e di ricovero con minor tempo per il recupero alla vita attiva.

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