Articolo del 01/10/2024
Il bruciore di stomaco o il rigurgito acido limitano le tue attività quotidiane? Potrebbero essere sintomi di reflusso gastroesofageo (GERD), una condizione che colpisce milioni di persone nel mondo. Abbiamo intervistato il Dottor Picchi, esperto nel campo, per capire meglio come si diagnostica questa patologia e quali esami sono necessari per confermarla.
Come si diagnostica? Quali sono le cure?
Ne parliamo con il Dottor Picchi, medico gastroenterelogo della clinica Guarnieri
Il reflusso gastroesofageo è una patologia molto comune. Ma quali sono esattamente i sintomi che dovrebbero spingere una persona a consultare un medico?
“Il sintomo più comune è sicuramente il bruciore di stomaco, che si manifesta come una sensazione di calore o dolore dietro lo sterno. Altri sintomi includono il rigurgito acido, in cui i succhi gastrici risalgono nell’esofago, causando un sapore amaro in bocca. Ci possono anche essere sintomi meno noti, come tosse cronica, raucedine, difficoltà a deglutire e sensazione di nodo alla gola. Quando questi disturbi si ripetono frequentemente, è importante rivolgersi a un medico per una diagnosi accurata.”
Quali sono i principali esami che un paziente deve affrontare per una diagnosi precisa del reflusso gastroesofageo?
“Per diagnosticare il reflusso gastroesofageo, ci sono diversi esami che possiamo eseguire, a seconda della gravità dei sintomi e della storia clinica del paziente. Il primo passo è spesso un’analisi dei sintomi stessi, attraverso un’anamnesi dettagliata. Se i sintomi sono tipici e ben definiti, possiamo iniziare una terapia empirica con farmaci anti-reflusso per vedere come risponde il paziente. Tuttavia, se i sintomi sono atipici o più gravi, è necessario eseguire esami più approfonditi.”
Quali sono questi esami approfonditi di cui ci parla?
“L’esame più comune è la gastroscopia o esofagogastroduodenoscopia (EGDS). Con questo esame, possiamo visualizzare direttamente l’esofago, lo stomaco e la prima parte dell’intestino. Ci consente di rilevare eventuali infiammazioni o lesioni causate dal reflusso, come l’esofagite o l’eventuale presenza di lesioni precancerose come l’esofago di Barrett.
Un altro esame è la pH-metria esofagea, che misura l’acidità all’interno dell’esofago per 24 ore. Questo ci dà un’indicazione precisa sulla quantità di reflusso acido che si verifica durante la giornata e la notte, e quanto tempo l’acido rimane a contatto con l’esofago.”
In quali casi è utile eseguire una manometria esofagea?
“La manometria esofagea è indicata soprattutto nei pazienti che lamentano difficoltà a deglutire o quando si sospetta un problema di motilità esofagea. Questo esame valuta la funzione dell’esofago, misurando la forza e la coordinazione delle contrazioni muscolari che spingono il cibo dallo stomaco. È utile per escludere altre patologie che possono causare sintomi simili al reflusso, come l’acalasia.”
Come si cura e si gestisce il reflusso gastroesofageo una volta confermata la diagnosi?
“Il trattamento del reflusso gastroesofageo dipende dalla gravità dei sintomi e dai risultati degli esami. Nella maggior parte dei casi, il trattamento inizia con modifiche allo stile di vita e alla dieta: evitare pasti abbondanti, cibi piccanti, grassi e acidi, oltre a smettere di fumare e ridurre l’assunzione di alcol. Nei casi più seri, si utilizzano farmaci come gli inibitori di pompa protonica (IPP), che riducono la produzione di acido gastrico, o gli antiacidi per alleviare i sintomi a breve termine.”
Quali consigli darebbe a chi soffre di sintomi sospetti di reflusso?
“Innanzitutto, è fondamentale non trascurare i sintomi, soprattutto se sono frequenti o influenzano la qualità della vita. Rivolgersi a uno specialista permette di avere una diagnosi chiara e di evitare complicazioni, come lesioni esofagee più serie o problemi respiratori. Seguire le indicazioni terapeutiche e apportare modifiche allo stile di vita può davvero fare la differenza nel controllo del disturbo.”
Il reflusso gastroesofageo è una condizione che, seppur comune, richiede attenzione e un approccio diagnostico mirato. Grazie agli esami come la gastroscopia, la pH-metria e la manometria esofagea, è possibile ottenere una diagnosi precisa e personalizzare il trattamento. Se sospetti di soffrire di reflusso, non esitare a consultare un medico per evitare complicazioni future.