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RISONANZA MAGNETICA, L’ESAME AD ALTO CAMPO MAGNETICO CONSENTE STUDI PIÙ SOFISTICATI

Tra le metodiche di imaging, cioè di diagnosi clinica eseguita con l’ausilio di apposite strumentazioni, si riconoscono tre “grandi sorelle” di tecniche tomografiche, in grado cioè di visualizzare le strutture del corpo analizzate su piani differenti.

La prima è la TAC, introdotta fin dalla metà degli Anni 70, la seconda è l’ecografia e la terza e la risonanza magnetica. Ognuna di esse ha un modo differente di interagire, rispetto alle altre due, con il nostro organismo e queste le rende tutte ugualmente importanti per quanto riguarda il loro ambito di applicazione diagnostica.

Concentriamoci sull’ultima delle tre sorelle, la risonanza magnetica, e scopriamo in che cosa consiste, come funziona e quali risultati permette di ottenere, con l’aiuto del dottor Simonelli, responsabile tecnico della Diagnostica per Immagini della Clinica Guarnieri.

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Dottor Simonelli che tipo di esame è la risonanza magnetica?

«È un esame strumentale che sfruttando un campo magnetico molto forte riesce a permettere una visualizzazione di parti del nostro corpo molto ampia, dettagliata, si può dire addirittura anatomica perché a guardare le immagini fornite da questo esame è come se si sfogliasse un atlante di anatomia».

Come agisce il campo magnetico che è alla base del funzionamento della risonanza magnetica?

«Il campo magnetico che viene attivato durante l’esecuzione della risonanza magnetica agisce sui protoni dell’acqua presenti all’interno del nostro corpo – che come sappiamo è composto al 75-80% da acqua – allineandoli secondo la direzione del campo magnetico. Attraverso l’utilizzo di impulsi di radiofrequenza questa condizione viene “eccitata” provocando un movimento dei protoni che porta alla produzione di energia che viene raccolta da speciali antenne, le bobine, attraverso cui viene prodotta l’immagine della parte sottoposta a esame: encefalo, mammelle, colonna lombo sacrale, ecc.».

Come si traduce questa attività dal punto di vista diagnostico?

«Questo meccanismo offre la possibilità di evidenziare le diverse concentrazioni d’acqua presenti nei vari tessuti e organi, che ha come conseguenza la produzione di segnali diversi e, in particolare, colorazioni specifiche legate agli stessi tessuti e organi».

Grazie a questo percorso, quali sono gli ambiti d’indagine clinica più adatti alla risonanza magnetica?

«Per quanto detto prima, la risonanza magnetica è estremamente adatta per analizzare i tessuti molli e gli organi in generale, in particolare quelli le cui differenze di colore sono più difficili da evidenziare, ad esempio, con un’immagine offerta dalla TAC. Prendiamo ad esempio il cervello: se facciamo una TAC dell’encefalo riusciamo a ottenere sfumature di grigio non così raffinate da fornire un’immagine precisa di tutte le strutture presenti. La risonanza magnetica invece da questo punto di vista è “bravissima”, riesce a distinguere per esempio la corteccia dalla sostanza bianca e a evidenziare anche componenti poste all’interno, nelle sedi più profonde del cervello.

Quali sono le patologie riscontrabili con l’esecuzione della risonanza magnetica?

«I punti forti di questo esame sono lo studio dell’encefalo, lo studio dell’addome e lo studio dell’apparato muscolo-scheletrico. Tutte le volte che si nota una differenza di colorazione rispetto a quella attesa, significa che c’è una patologia. La risonanza può individuare con una certa precisione la presenza di forme tumorali: non bisogna dimenticare che un tumore per crescere ha bisogno di tanto sangue e quindi di tanti vasi. Una condizione che è riscontrabile, quando richiesto, con l’utilizzo di un mezzo di contrasto».

E nell’ambito muscolo-scheletrico?

«La risonanza magnetica è l’indagine più accurata in tutti gli ambiti in cui c’è esigenza di evidenziare eventi traumatici o alterazioni strutturali che riguardano le ossa. Se parliamo di muscoli, invece, per le lesioni più ordinarie e facilmente localizzabili può essere sufficiente una TAC, mentre invece è necessaria la risonanza tutte le volte che la ricerca riguarda piccole lesioni muscolari, soprattutto se riguardano sportivi importanti, di interesse assoluto».

In Guarnieri quale tipologia di risonanza eseguite?

“La risonanza magnetica in Guarnieri con un campo magnetico di 1,5 tesla permette di acquisire immagini definite e dettagliate, permettendo di effettuare esami meticolosi, anche per quesiti diagnostici complessi che coinvolgono il sistema nervoso e periferico, l’apparato gastrointestinale, prostata e seno. La nostra équipe di radiologia conta professionisti per tutte le esigenze del paziente e unite a tecnologie diagnostiche moderne garantiscono elevati standard di qualità, ” conclude Simonelli.

FAQ (Domande Frequenti)

Sono portatore di pacemaker cardiaco: posso effettuare la risonanza?

Il pace-maker cardiaco è tutt’oggi annoverato tra le controindicazioni assolute all’esecuzione di risonanze magnetiche. I portatori di pace-maker tendenzialmente non possono essere sottoposti a risonanza. Recentemente, si è iniziato ad impiantare pace-maker compatibili col campo magnetico. Per poter eseguire l’esame, comunque, è necessaria documentazione che ne attesti la compatibilità.

Ho la febbre: posso eseguire l’esame di risonanza?

Dipende dal tipo di esame che si deve effettuare. Il campo magnetico determina, infatti, un aumento della temperatura corporea soprattutto quando il corpo del paziente si trova totalmente o quasi interamente all’interno del magnete. In questi casi l’équipe di risonanza valuterà il rinvio dell’esame.

Ho dei tatuaggi: posso eseguire l’esame di risonanza?

In caso di tatuaggi, occorre verificare: grandezza del tatuaggio, sito del tatuaggio, data di esecuzione, pigmentazione utilizzata (certificazione).

Sono portatrice di dispotivi intrauterini (spirale): posso sottopormi a risonanza magnetica?

Sì. Le linee guida invitano però ad eseguire visita ginecologica post esame onde verificare che la situazione iniziale sia rimasta inalterata.

Sono portatore di dispositivi metallici (anche per uso medico): posso essere sottoposto a risonanza magnetica?

Tutto ciò che è potenzialmente incompatibile col campo magnetico deve essere indagato (casa costruttrice, tipo e data impianto).

La sua eventuale compatibilità, infatti, deve essere certificata per poter eseguire l’esame.

Quali altre precauzioni devo adottare quando mi sottopongo ad esame di risonanza magnetica?

Il giorno dell’esame si consiglia di non utilizzare cosmetici (soprattutto intorno agli occhi), rimuovere piercing, non introdurre nella sala magnete orologi, carte magnetiche, cellulari e monete.

Il personale dell’équipe verificherà, comunque, che tutte le condizioni di sicurezza siano rispettate.

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