Noduli alla tiroide: quali sono gli esami necessari?
La tiroide è una piccola ghiandola endocrina a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo e regola funzioni molto importanti per il nostro organismo attraverso la produzione degli ormoni tiroidei T4 e T3 : il sistema cardiovascolare, la respirazione, il metabolismo glicidico, lipidico e proteico, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale, la crescita corporea, il tono dell’umore, la fertilità, il trofismo della cute e dei muscoli,la motilità del sistema intestinale e l’assorbimento di vitamine e ferro
Da ciò si deduce come un’alterazione della produzione degli ormoni tiroidei si può manifestare con la comparsa di patologie funzionali (ipertiroidismo o ipotiroidismo) e morfologiche (gozzo semplice e nodulare) della ghiandola stessa.
La dottoressa Calvanese, specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo del Poliambulatorio Guarnieri ci spiega cosa sono i noduli alla tiroide e quando è necessario intervenire con l’asportazione chirurgica.
Nodulo tiroideo: cosa sapere
I noduli possono essere formazioni solide o cistiche che si sviluppano all’interno della tiroide. Solitamente si tratta di formazioni benigne, rappresentando le forme maligne solo il 3-5% dei casi. I noduli tiroidei secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono la condizione più frequente dopo i 50 anni, essendo rilevati con l’ecografia in più del 30-40% della popolazione.
Di norma e soprattutto nel maschio la sua scoperta avviene per caso. Tuttavia vi sono dei segni e sintomi che possono far sospettare della presenza di un nodulo tiroideo:
“Se un paziente lamenta difficoltà alla deglutizione o alla respirazione, oppure un’alterazione del tono della voce o una sensazione di costrizione al collo, oppure se il nodulo è chiaramente visibile come tumefazione in regione anteriore del collo”, spiega la dott.ssa Calvanese.
“ Più raramente, il paziente potrebbe avvertire sintomi propri all’ipertiroidismo, per esempio tachicardia, perdita di peso, tremori, facile irascibilità o anche un aumento della sudorazione e dell’appetito. Per valutare l’eventuale presenza di un nodulo tiroideo, in questi casi, si esegue un’ecografia o un ecocolordoppler tiroideo”.
Quali sono le cause dei noduli alla tiroide?
La causa principale della formazione di noduli è la carenza di iodio: questo è un elemento essenziale per la corretta funzione tiroidea, per cui una sua carenza crea una iperplasia delle cellule tiroidee che si organizzano in “grumi” dando origine al nodulo.
Non meno importante nella formazione di noduli tiroidei è l’esposizione a inquinanti ambientali
Come già ricordato, il 3-5% dei noduli tiroidei è di origine maligna, cioè sono dovuti a una trasformazione neoplastica di una o più cellule tiroidee con conseguente crescita incontrollata. Il fattore di rischio per lo sviluppo di tumori ben differenziati è l’esposizione a radiazioni Si tratta in genere di tumori a crescita lenta e poco aggressivi e oggi grazie alla diagnosi precoce e alla disponibilità di apparecchiature con una elevata sensibilità si riconosce il tumore a uno stadio iniziale che può essere controllato con la terapia con ottimi risultati
Quali sono i sintomi dei noduli alla tiroide?
I noduli tiroidei sono spesso asintomatici e che vengono scoperti per puro caso; infatti, si parla di incidentalomi, ovvero di noduli identificati accidentalmente in occasione di esami diagnostici di altra natura, come un ecocolordoppler dei vasi sovraortici o una risonanza magnetica della colonna vertebrale.
Qualora presenti, i sintomi comprendono:
- Difficoltà alla deglutizione e/o respirazione
- Senso di costrizione al collo
- Disfonia
- tosse
Più di rado, i noduli possono anche produrre un eccesso di ormoni tiroidei, determinando così quadri di ipertiroidismo con sintomi come tachicardia, perdita improvvisa di peso, aumento dell’appetito, ecc.
Gli esami da fare
Il Primo step per lo studio di un nodulo è rappresentato dagli esami del sangue per il dosaggio degli ormoni tiroidei FT3, FT4 , del TSH (ormone prodotto dall’ipofisi che regola l’attività della tiroide), anticorpi antitireoglobulina, anticori antiperossidasi, anticorpi antirecttore del TSH(indicatori necessari per capire se cè una infiammazione che può determinare lo sviluppo di noduli) e la calcitonina (un ormone prodotto dalle cellule parafollicolari della tiroide necessario per escludere un raro tipo di tumore tiroideo quale il carcinoma midollare)
Il secondo step consiste nell’eseguire una ecografia tiroidea con colordoppler – spiega la dottoressa -, perché permette di evidenziare caratteristiche importanti di un nodulo come:
- la morfologia;
- l’ecogenicità;
- presenza/assenza di calcificazioni
- la dimensione;
- i margini;
- la vascolarizzazione”.
In genere, nel momento in cui l’endocrinologo individua un nodulo, ne valuta immediatamente la pericolosità: se presenta bordi irregolari, microcalcificazioni evascolarizzazione intrnodulare è probabile si tratti di una forma “sospetta” che si può classificare in base a 3 fasce di rischio di malignità: basso, intermedio e alto (secondo le linee guida di AACE, ACE e AME).
L’esame citologico mediante agoaspirato ecoassistito tiroideo viene eseguito nel caso in cui l’ecografia abbia evidenziato formazioni sospette, noduli palpabili o di grandi dimensioni e in caso di familiarità per cancro alla tiroide.
L’agoaspirato tiroideo è una procedura ambulatoriale rapida e mini-invasiva eseguita sotto guida ecografica. L’esame consiste nel prelievo di un campione di cellule attraverso un ago molto sottile e di sottoporle ad analisi citologica per capire se la natura del nodulo e benigna o maligna.
Asportazione dei noduli alla tiroide: quando si fa
In caso di nodulo sospetto maligno (Tir4) o francamente maligno (Tir5) bisogna ricorrere all’asportazione chirurgica e in particolare “Se il diametro del nodulo è inferiore di 10 mm e la neoplasia non è estesa ai tessuti o organi adiacenti si procede con la sola rimozione del lobo destro o sinistro (emitiroidectomia). Negli altri casi invece si ricorre alla tiroidectomia totale (con rimozione dei linfonodi del collo, nei casi più gravi)
Alcune volte – conclude la dottoressa- si rende necessario anche rimuovere i noduli di carattere benigno quando causano gozzi voluminosi che, potrebbero comprimere o depiazzare la trachea”