Mastoplastica additiva: che cos’è e come si fa l’intervento per aumentare il seno
Un seno troppo piccolo oppure svuotato in seguito a una gravidanza o un forte dimagrimento. Un décolleté rilassato per via dell’età o una accentuata asimmetria tra i due seni. Sono questi alcuni dei più comuni inestetismi, spesso tali da condizionare fortemente la qualità della vita soprattutto da un punto di vista psicologico, che più frequentemente spingono a sottoporsi a un intervento di aumento del seno, in termine tecnici mastoplastica additiva.
Obiettivo: ripristinare la naturale armonia e sentirsi più a proprio agio e più belle. Ma in cosa consiste l’intervento? Come scegliere la dimensione e la forma migliore? Lo abbiamo chiesto al dottor Smaldone, specialista in Chirurgia della Guarnieri.
La forma del seno: armonia e proporzione
L’obiettivo della chirurgia estetica mammaria è correggere l’estetica del seno o rimodellarlo, mantenendo però l’armonia e la proporzione con il resto del corpo.
“Un buon intervento chirurgico deve avere come risultato finale un aspetto naturale. In questo è fondamentale il ruolo del chirurgo plastico, che aiuta la donna a trovare la soluzione più adatta al proprio corpo tenendo in considerazione i suoi desideri e le sue aspettative”, sottolinea il medico.
Durante la prima visita, quindi, il chirurgo cerca di capire i desideri, le sue aspettative e le motivazioni che la spingono all’intervento e fa un’analisi accurata di:
- condizione anatomica;
- dimensioni del torace;
- qualità della ghiandola mammaria;
- elasticità dei tessuti.
Sulla base di tutti questi aspetti, vengono quindi valutate le diverse opzioni: dalla tipologia di intervento al tipo di protesi che è meglio utilizzare.
A ciascuna la sua protesi
La mastoplastica additiva è un intervento con il quale si può aumentare il volume del seno, migliorandone la forma e le proporzioni. “Consiste nell’inserimento e posizionamento di protesi mammarie di ultima generazione che permettono di ottenere un aspetto del seno naturale e morbido al tatto. Le protesi, in particolare, sono dotate di una capsula microtesturizzata (ruvida) e riempite con un gel di silicone ad alta coesività.
In base alla conformazione anatomica della paziente e alle sue aspettative – aggiunge il chirurgo plastico – è possibile scegliere tra protesi diverse per:
- altezza, larghezza, proiezione e consistenza del gel;
- forma (protesi a goccia o anatomiche e protesi semisferiche o rotonde)”. Per completezza, bisogna nominare anche le protesi al poliuretano ,sempre in forma gel, che vengono usate in particolari condizioni.
Come faccio capire qual è l’intervento migliore per me?
Una visita scrupolosa in cui esprimere al proprio chirurgo di fiducia desideri, paure o dubbi, permetterà di fare chiarezza e capire innanzitutto se la protesi è la soluzione corretta. Nel corso della visita dopo aver considerato le tue caratteristiche corporee, la qualità della pelle in regione mammaria, lo spessore di ghiandola e del grasso sottocutaneo, senza trascurare i tuoi desideri e l’armonia del risultato finale, sarà possibile capire quale protesi sarà più idonea al tuo caso e di conseguenza quale sarà la migliore sede in cui collocarla.
Come si svolge l’intervento di mastoplastica additiva
L’operazione di mastoplastica additiva viene eseguita generalmente in anestesia generale o in locale con sedazione e ha una durata di circa 1 ora e mezza.
“Il chirurgo, a seconda della tecnica scelta in base alle caratteristiche del seno della paziente, effettua una piccola incisione nella parte inferiore del contorno (tecnica periareolare), cioè la zona di cute che si trova tutto intorno al capezzolo, oppure nell’area sottomammaria. Questa incisione sarà la via d’accesso attraverso la quale verrà inserita e posizionata la protesi”. Naturalmente esistono altre vie di accesso (ascellare, ecc.), che vengono usate più raramente.
Le tecniche di posizionamento della protesi
Anche per quanto riguarda il posizionamento della protesi esistono tecniche diverse tra le quali il chirurgo può scegliere, valutandone attentamente pregi e difetti per ciascuna donna.
Posizionamento sottoghiandolare: questa tecnica, che prevede l’inserimento della protesi direttamente dietro la ghiandola, può essere utilizzata nei casi in cui il tessuto ghiandolare abbia uno spessore sufficiente. Pur permettendo un maggior controllo del riempimento e della forma del seno ed essendo meno dolorosa, con questa tecnica ci può essere il rischio che le protesi possano vedersi o sentirsi al tatto.
Posizionamento sottomuscolare: se lo spessore del tessuto sottocutaneo e della ghiandola mammaria sono ridotti, la protesi viene inserita dietro al muscolo grande pettorale. In questo caso, il risultato è molto naturale e i margini della protesi non risultano visibili. Inoltre, consente una maggiore facilità nell’esecuzione di visite mammografiche rispetto alle protesi inserite con la tecnica sottoghiandolare.
Il post operatorio
Dopo l’intervento è normale accusare un po’ di dolore al petto, ma la ripresa è veloce e la convalescenza breve.
Al secondo giorno normalmente vengono rimossi i drenaggi e viene fatto indossare un reggiseno adeguato, che la paziente dovrá portare per alcuni giorni.Un po’ di gonfiore e qualche ecchimosi possono rimanere anche per una decina di giorni, ma già dopo qualche giorno la paziente può riprendere le normali attività quotidiane.