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GIORNATA MONDIALE DELL’IGIENE DELLE MANI: LA GUARNIERI DICE SI

Unite for safety: clean your hands!” (Uniti per la sicurezza: igienizza le tue mani!): è questo lo slogan promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la Giornata mondiale dell’Igiene delle Mani, che come ogni anno si celebra il 5 maggio. Uno slogan che per questa edizione ha mantenuto anche in Italia il messaggio in lingua inglese, a sottolineare la grande importanza globale di questo semplice, ma fondamentale, gesto di salute.

Secondo l’Oms, il lavaggio attento delle mani negli ospedali, oltre a essere un indicatore della qualità dei sistemi sanitari, è uno scudo contro la diffusione delle infezioni ospedaliere.

Per secoli il lavaggio delle mani con acqua e sapone è stato considerato solo una misura di igiene personale. La connessione con la trasmissione delle malattie è stata stabilita solo negli ultimi 200 anni.

È importante sottolineare come tutte le persone che si occupano a vario titolo di un paziente, compresi familiari e visitatori, debbano porre l’attenzione e la cura necessarie per una corretta ed efficace igiene delle mani.

Con una buona igiene delle mani rischio malattie giù del 30-50%

Per l’Oms sono cinque i momenti chiave in cui gli operatori devono necessariamente lavarsi le mani: prima di toccare un paziente, prima di una procedura asettica, dopo il contatto con le sacche che contengono fluidi corporei e, infine, dopo aver toccato il paziente e ciò che lo circonda.

Come esser certi di aver pulito con perizia le proprie mani? Non basta sfregarsi i palmi: nulla va risparmiato, dai dorsi alle dita allo spazio tra queste.

Ma la giornata di oggi è una valida occasione per ricordare a tutti l’importanza dell’igiene delle mani. È consigliabile lavarsele per almeno 30 secondi, strofinando per bene tutta la superficie: solo con acqua e sapone è possibile ridurre di 10 volte i batteri presenti. Su un centimetro quadrato di pelle possono esserci infatti più di mille batteri che possono sopravvivere fino a 3 ore. Le mani umide trasferiscono mille volte più microorganismi rispetto a quelle asciutte. Con il contatto fra mani sporche, occhi e bocca, i batteri possono migrare causando infezioni anche gravi: una corretta igiene può ridurre l’incidenza di malattie del 30-50%.

Le mani del personale sanitario sono il veicolo più frequentemente implicato nella trasmissione di microrganismi patogeni in ambito assistenziale, perciò l’igiene delle mani è la misura più efficace per ridurre le infezioni correlate all’assistenza sanitaria e aumentare quindi la sicurezza dei pazienti.

Non ci sono scuse. Come afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la corretta igiene delle mani è segno di competenza, professionalità e rispetto e deve divenire parte integrante dell’attività di ogni singolo operatore sanitario.

Insieme possiamo fare di più per prevenire le infezioni e la resistenza agli antibiotici nell’assistenza sanitaria. L’igiene delle mani è un’abitudine semplice, ma al tempo stesso di grandissima importanza. Questa consapevolezza è un patrimonio da custodire e, come recita lo slogan di questa edizione, intensificare e praticare, per salvaguardare la salute collettiva.

In Guarnieri promuoviamo la cultura della sicurezza e della qualità delle cure. Diamo la massima priorità all’igiene delle mani; essa rappresenta un segno di rispetto e di protezione della salute non solo dei pazienti, ma anche degli operatori sanitari e dei visitatori.

L’importanza dell’igiene delle mani: chi lo ha scoperto e affermato

Fu un medico ungherese di Budapest, Ignác Fülöp Semmelweis all’inizio dell’Ottocento.L’intuizione di Semmelweiss, dopo un dottorato all’ospedale generale di Vienna, ebbe origine da due osservazioni: notò che un suo caro amico e collega era deceduto dopo essersi ferito durante un’autopsia del cadavere di una delle puerpere ed aveva riportato gli stessi sintomi della febbre puerperale.

La seconda osservazione era ancora più evidente. Riscontrò che la mortalità puerperale era decisamente più bassa nel reparto gestito dalle sole ostetriche (3-4%) rispetto che in quello gestito dai medici (11%). L’unica differenza fra i due reparti consisteva solo nel fatto che infermiere e ostetriche non assistevano alle dissezioni dei cadaveri.

Sulla base di queste osservazioni Semmelweis, in accordo con la Direzione Sanitaria, iniziò uno studio col quale impose ai medici e agli studenti di lavarsi le mani con ipoclorito di calcio dopo aver eseguito le dissezioni anatomiche e comunque sempre prima di assistere una partoriente.

Dopo il periodo di sperimentazione, durato alcuni mesi, il numero delle morti puerperali diminuì vertiginosamente avvicinandosi alla percentuale rilevabile nel reparto delle ostetriche.

Qualche anno dopo, finalmente, Louis Pasteur, un chimico francese, dimostrò in modo inequivocabile che sono alcuni germi a provocare la febbre puerperale e dunque l’importanza di lavarsi bene le mani, specie nell’assistenza di un paziente, è fondamentale per preservare la sua salute.