Articolo del 01/02/2023

L’adiposità viscerale si riferisce a un tipo di grasso corporeo che si accumula tra gli organi interni all’interno della cavità addominale, compresi l’intestino, lo stomaco e il fegato. Per molti individui, questo tipo di accumulo di grasso è considerato principalmente un problema estetico, spesso indicato come “pancetta”. Tuttavia, è importante sottolineare che in alcuni casi può costituire un rischio per la salute. L’eccesso di grasso viscerale è associato a numerose condizioni patologiche, tra cui malattie cardiache, diabete di tipo 2, insulino-resistenza e ipertensione.

La miglior strategia per ridurre il grasso viscerale coinvolge principalmente la perdita di peso e l’adozione di abitudini alimentari corrette. La perdita di peso attraverso una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare può contribuire in modo significativo a ridurre l’accumulo di grasso viscerale. Uno stile di vita attivo e il controllo del peso corporeo possono essere fondamentali per mantenere una buona salute generale e prevenire le condizioni associate all’eccesso di grasso viscerale.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Paola d’Aiuto, medico della Clinica Guarnieri.

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Grasso viscerale: definiamolo

Iniziamo dalla definizione. Il grasso viscerale è il tipo di grasso corporeo che si accumula intorno agli organi interni, come il fegato, i reni e l’intestino. Pertanto, questo tipo di grasso si trova nella cavità addominale. È importante notare che il grasso viscerale non deve essere confuso con il grasso addominale, che è invece situato sotto la pelle e tra i muscoli dell’addome, quindi all’esterno della cavità addominale.

Tornando al grasso viscerale, la sua posizione è correlata alla sua pericolosità. Questa massa grassa è responsabile della produzione di ormoni che possono avere un impatto negativo sul metabolismo, aumentare l’insulino-resistenza e compromettere la salute del sistema cardiovascolare.

Grasso viscerale: c’è rischio cardiovascolare?

L’accumulo di grasso comporta, tra le altre cose, l’aumento della quantità di tessuto corporeo che richiede nutrimento attraverso il flusso sanguigno. Per fornire la giusta quantità di nutrienti a questo tessuto “aggiunto”, il corpo deve sviluppare nuovi capillari. Sorprendentemente, ogni chilo di grasso addominale contiene circa 3 chilometri di nuovi capillari. Di conseguenza, il sangue deve percorrere distanze maggiori all’interno del corpo, il che mette una maggiore pressione sul cuore e richiede uno sforzo maggiore da parte di esso. Questo aumento di lavoro cardiaco può portare all’innalzamento della pressione arteriosa e aumentare il rischio di sviluppare patologie cardiache.

Come misurare il grasso viscerale?

La circonferenza della vita è comunemente usata come misura approssimativa del grasso viscerale, che è il grasso depositato intorno agli organi interni nell’addome. La presenza di eccessivo grasso viscerale è associata a un rischio maggiore di sviluppare patologie cardio-metaboliche, come diabete di tipo 2, malattie cardiache e ictus.

Secondo i criteri comuni, valori superiori a 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne indicano un rischio moderato di condizioni cardio-metaboliche, mentre valori superiori a 102 cm per gli uomini e 88 cm per le donne sono correlati a un rischio più elevato.

Altri metodi per monitorare la quantità di grasso addominale sono il rapporto fianchi-vita (bisogna dividere i cm del girovita per quelli dei fianchi) e l’indice di massa corporea (un sistema di misurazione dato dal risultato del rapporto tra il peso corporeo in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri): un BMI compreso tra 25 e 30 è generalmente considerato sovrappeso, mentre un BMI di 30 o superiore indica obesità.

Quando è necessario rivolgersi al nutrizionista?

L’eccesso di grasso addominale è strettamente correlato alla circonferenza della vita, e il rischio cardiovascolare diventa clinicamente significativo quando si superano i valori soglia, che indicano un medio o alto rischio.

Un’elevata quantità di grasso viscerale è associata a vari indicatori di patologie metaboliche e cardiovascolari, tra cui l’insulino-resistenza, l’infiammazione, l’ipertensione, l’aumento dei livelli di colesterolo, trigliceridi, LDL e VLDL, la formazione di placche ateromasiche e la calcificazione delle coronarie.

Inoltre, il costante rilascio di acidi grassi nella circolazione porta a una condizione di steatosi epatica dovuta all’aumento della produzione di lipidi, aumentando così il rischio di iperlipidemia, insulino-resistenza, ipertensione e aterosclerosi.

È altamente consigliabile prevenire le complicanze associate all’obesità e all’accumulo di grasso viscerale. In caso si superino i valori soglia di rischio, è importante consultare uno specialista per apportare miglioramenti e, talvolta, apportare modifiche allo stile di vita e alle abitudini al fine di preservare la propria salute.

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